Questo il desiderio di un bambino, un bambino mai cresciuto.
Un esserino che tutti, molti, non so quanti, hanno dentro: Giocare, correre, la palla, andare più forte degli altri, saltare più in alto, rialzarsi...tutto il resto è fuori, lì fuori e vi rimane.
Bambini di 5 anni e di 20, 30, 50...abbigliati a campioni, che, con i gadgets da furore e persino con il passo lento, talora molleggiato, talaltra dondolante, seguono le movenze dei loro idoli nel loro percorso verso il rettangolino verde. Beh, non si può nascondere che il consumismo abbia inquinato quella purezza, quella parte candida, una volta inarrivabile.
Mio padre mi parla sempre di partite che duravano ore e ore e ore, nella piazza più vicina. Non c'erano scarpette fluorescenti, non c'era il numero, nè il nome sulla maglietta...quella peggiore che si indossava per l'occasione.
2 pietre da una parte e 2 dall'altra a disegnare - solo nei loro occhi - il perimetro dell'infinito giocare.
Ho vissuto il "passaggio" epocale dal gratificante asfalto rubato al campetto d'erbetta preteso, ho ammirato bellissimi completini originali mentre andavano a perdersi i pantaloni non troppo corti, di 3 misure più grandi.Forse in questa formattazione dall'effetto prevalentemente estetico si perde buona parte di quella emozionante magia che animava i cuori ingenui, dove ingenuità era un valore, non un demerito, prima..
E',tuttavia, presente ugualmente o quasi, quello spirito, quella passione, che possiede ogni permanente bambino che gioca al pallone, come la prima volta.
Ah, dimenticavo: se vi capita di avere come avversario un bambino senza completino e combinato alla meno peggio, state attenti! è, di certo, il più forte.