"…Finché
ci teniamo la nostra carne e l’anima nostra è impastata di simile fango, non
domineremo mai a sazietà ciò che desideriamo: e sappiamo che è il vero, questo.
Se la carne ci crea un mondo di difficoltà, per il suo nutrimento, che è
obbligatorio…La carne ci invade con i suoi amori, incanti, tremori, la sua
folla di fantasie, di bolle d’aria, e finisce che si realizza il detto,
pienamente, che a causa sua s’introduce in noi, ostinata e continua, la
negazione del pensare. Conflitti, barricate, risse: e null’altro li provoca, se
non il corpo con le sue voglie…C’è ancora il colpo di grazia: ammettiamo che ci
resti un po’ di calma, di libertà dal corpo, e ci dedichiamo alla riflessione:
ad ogni punto dell’investigazione, eccolo, il corpo, piomba in mezzo, provoca
disordine, confusione e paralisi. E finisce che per colpa sua, non si contempla
più la verità. Abbiamo così una realistica dimostrazione che se vogliamo avere
lo sguardo limpido su qualcosa, dobbiamo staccarci dal corpo e con lei, l’anima
sola, individuare il nocciolo puro della realtà. E sono certo che solo in un
periodo potremo avere ciò che desideriamo e di cui siamo innamorati, cioè la
conoscenza intellettuale"…Socrate (Fedone XI - Platone).
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