Ore 6,00, radiosveglia di blues
sulle note di "Sweetheart
Like you" e luce che bisbiglia al soffitto per i primi sussurri del
giorno, il 16 marzo.
Le parole notturne di Giulia gracchiavano acute nella testa di Salvo ancora dormibondo e in balìa delle ridondanti accuse di mancanze di ogni genere e specie; ma non era il caso di crogiolarsi nell'insofferenza: quella giornata arrivava dopo un'attesa di 6 mesi.
“ Minchione che sono!”
“ Non posso farmi rovinare sempre tutto!”
“ Ci sono due milioni di cose da fare e io
mi metto appresso a quella!!”
Una spinta ben assestata e il piumone
rosso volò in un'onda anomala fino ai piedi del letto, Salvo balzò atletico in piedi, prese a stiracchiarsi e lasciò letto e risentimenti da femmina.
In pochi minuti barba e doccia, poi giù e poi su ad
annodarsi scarpe e cravatta canticchiando, in un buffo anglo-siciliano, gli ultimi graffianti versi che lo avevano accolto al mattino:
"...There's
only one step down from here, baby
It's
called the land of permanent bliss,
What's
a sweetheart like you doing in a dump like this?"
Salvo, come al solito, in 30 minuti si
confezionò in abito grigio, camicia a righe e cravatta liscia, il tutto
dissimulato da giaccone nero e guanti di lana chiari per resistere in
motocicletta ai 10 gradi di puro gelo siculo.
Ci teneva particolarmente ad uno stile sobrio, perché
l’attenzione dell'interlocutore fosse esclusivamente attirata dalla sua dialettica, "a me gli occhi" sembrava intimare prima di proferire verbo o poco prima di immergersi nei suoi ragionamenti.
Erano le 6,30 e, come tutte le mattine, c’era
sempre un caffè fuori tempo su cui riflettere, su cui rielaborare il dafarsi. Con un indisponente ritardo di una decina
di minuti, dunque, il giovane Salvatore Mancuso si precipitò in garage e, "imbacuccato" fino al naso, montò sulla
sua Triunph Bonneville T100 dagli specchietti d'acciaio, strappò 3 colpi al
pedale e, di fumo e di rombo, partì alla volta del tribunale di Crocitti.
Ogni mese Salvo era solito recarsi
almeno 2 o 3 volte in paesi sperduti, nell'entroterra della regione al fine di adempiere ai fortunati
incarichi di legale della famiglia Tornabene.
Era un'occasione importante e molto apprezzata non solo per la generosità dei suoi assistiti, ma pure per il respiro "internazionale" che acquisiva la sua carriera, almeno sulle bocche dei suoi colleghi.
Con la scusa della causa a Crocitti o del
processo a Scaddati, peraltro, gli era possibile recarsi dallo stimato "Prufissuri
Toscano" ritiratosi nella sua villetta alle porte del paese per
concentrarsi indisturbato sui classici latini e greci senza le
"camurrie de' carusi da'
città".
Il professore considerava Salvatore, cosi lo aveva e lo avrebbe sempre chiamato, come il miglior
prodotto della lunga attività di insegnante di scuola, prima, e della facoltà di lettere, negli ultimi 20 anni.
La sua adorazione per Salvo, tuttavia, non era riconducibile ad eccezionali capacità in campo letterario e linguistico; "u prufissuri Toscano", infatti, vedeva nel suo ragazzo una specie di eroe greco dei nostri giorni, fiero e con un complesso temperamento che lo aveva distinto fin da bambino nell'approccio alle "quaestiones".
Salvatore, dal canto suo, era legato al professore da profondo affetto ed ancestrale rispetto; non appena aveva tempo e possibilità, andava a trovarlo munito scrupolosamente delle paste di mandorla comprate da Ninni, in piazza a Crocitti.
Quel giorno, tuttavia, non ci sarebbero stati dolciumi né disquisizioni filosofiche.
Quel giorno, tuttavia, non ci sarebbero stati dolciumi né disquisizioni filosofiche.
(Episodio pilota)
2 commenti:
Ciao Farnetico,
mi sono imbattuto per caso nel tuo blog e ho letto il tuo racconto.
Lo trovo divertente e molto ben scritto, non credo che dovresti interromperlo solo perchè non gli hanno dato cinquantaduemila "mi piace", oltretutto credo che il blog andrebbe scritto più che altro per se stessi, se gli altri lo leggono o meno poco importa! ma questa è la mia idea... magari tu la pensi diversamente.
Spero di leggere i prossimi capitoli.
Ciao
Miel de Piloto
A volte accade che uno sconosciuto, con un nome improbabile, si presenti e ti dia una lezione.
Posso solo ringraziare e cogliere il messaggio.
Grazie
sinceramente,
Fabrizio.
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