Ho consumato le scarpe,
son arrivato fin qui
per guardarti al cuore.
Nessun orologio al polso,
solo una valigia satura di panni.
Brutte notizie, pessime,
è il tuo treno a muover via.
Il fischio del capostazione,
un incrocio di sguardi,
è quel che rimarrà.
Lacrime non possiedo più,
ho fiorito illuse speranze,
epiche e confortanti.
Ne eran piene le tasche, caspita.
Eppure, per buchi e strappi, son evase,
han preso quel convoglio,
le ho intraviste accanto a te.
Eccomi, binario 12,
mi contempli in silenzio
in assenza delle amate attese.
Non so tornare indietro,
cedo a me, come disperavo,
privo del coraggio di rispondermi.
M'è sospirata la città e i due fiumi,
il vecchio cinema e il nostro passato.
Potrò disegnare oltre questa carta,
i giorni immaginati e il tuo viso.
Troverò, son certo, i tuoi passi,
e li proteggerò in punta di matita,
fino al dissolversi delle orme soffiate,
a vederne i gesti da cui nacquero.
I tuoi, i miei, i nostri.
5 commenti:
Disegnare oltre la carta e proteggere in punta di matita sono due azioni che cercherò di copiarti. Sinonimo di cuore ed intelligenza. Nuova valvola di decompressione, per me.
Chiara
E sempre non ti vuoi far trovare da me, giusto?
Ma il mio messo con dettagli e coordinate non è ancora arrivato??rimedierò di persona!Promesso.c.
Il Regno di Sicilia è luogo lontano e, per molti, di pura fantasia. Leggenda plurisecolare.
Il mio indirizzo email è presente nel blog, Chiara..
Ah si eh?notizia interessante...
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