Brucio sassi prima di sera,
picchettano il tramonto,
crollano rovesciati senza fiato
fino a chetare grinze di nembi
e singhiozzi di ore.
I crepuscoli tingevano rosa
disegni spiccati d'incanto
sui vesperi che aleavano sottovoce
a sciupìo di mani orbe di Dio.
Giacciono tutti, all'imbrunire,
come schegge legnose,
sospese su echi finiti,
tra reliquie di parole trascorse.
E brucio sassi per tutta la notte, si.
Troveranno la via del mare,
planando lievi come non seppi.
Profonderanno le acque nude,
e i tuoi abissi d'altrui stupore
fino a luna nuova,
testimoni di quest'isola eterna
sedotta da un tempo pentito.
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