Un occhio si schiuse affaticato, controvoglia, tirato da un filo di luce. Stefano avrebbe dormito ancora per qualche ora, ma il giorno non mollava la presa, non smetteva di svegliarlo. Voltò la testa sul cuscino e sperò che non ci fosse nessuno alla sua sinistra: fortuna, le lenzuola erano fresche.
Uscì indenne da quel letto e, con fare ispettivo, prese a vagare stordito: non aveva, di certo, l'aria di un segugio, si muoveva, piuttosto, come un'ex rockstar, abbagliato dal pavimento bianco, in perenne ricerca della notte passata.
Uscì indenne da quel letto e, con fare ispettivo, prese a vagare stordito: non aveva, di certo, l'aria di un segugio, si muoveva, piuttosto, come un'ex rockstar, abbagliato dal pavimento bianco, in perenne ricerca della notte passata.
Dopo un prolungato gironzolìo, Stefano trovò ristoro nei suoi occhiali scuri e nell'assolo di un silenzio luccicante d'arabica.
Si poggiò al muro di sinistra appena oltre alla soglia del balcone e si chiese, sottovoce, perché lei fosse andata via.
Stefano non volle imbattersi nelle ragioni risapute e mai soddisfacenti, cosi tornò ad indagarsi sulla notte precedente.
Qualche lampo confuso attraversò la sua mente, ma nulla di più.
La mano si versò aperta sul suo volto, dal basso verso l'alto, come un'onda lunga sulla battigia. Due o tre volte. Arrivò, infine, ai capelli a stropicciare i pensieri pigri.
Fu il lieve scroscio dell'acqua della doccia ad interrompere quel mattino; parole e profumi delle prime ore del giorno piombarono al suolo.
Si avvicinò lentamente alla porta della stanza da bagno, cercò di ricordare in fretta, di trovare un indizio, qualcosa che gli permettesse di capire.
Dopo vani tentativi, Stefano costrinse il pugno a bussare, tre volte, e rimase immobile, in attesa, con la testa accostata alla porta.
L'acqua frenò il suo corso istantaneamente, quasi a ritrarsi da un'imminente catastrofe.
- "Si, tesoro, arrivo. Cinque minuti".
- "Fai con comodo".
Qualcuno era oltre quella porta.
Non era Stefano.
Era lei.
Era lei.
Non era quel giorno.
9 commenti:
principe devo farti i miei complimenti.
(A parte che sembra il finale di un libro che ho letto e indovina un po' di quale scrittore ;-P)
E comunque i miei complimenti vanno anche al nuovo carattere! ;-)
MichiVolo grazie!(a parte che allora non è per niente originale se ho capito chi è lo scrittore)
Io ascolto sempre.
Grazie.
Bravo.
Dici?
Mi è partito un commento.
Bravo. La storia forse non è originalissima ma la tua scelta delle parole non è mai scontata. Anzi.
L'ho detto.
Due volte.
Ma ppporc... stiamo 2 - 1 per te!
Grazie Jane, ci sto lavorando su certe cose.
Adoro essere "Anzi".
Come sei "anzi" te, nessuno.
Si, probabilmente perché tu hai scoperto l'Anzi che è in me.
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