tu vibravi tra le corde di Corelli.
Non ti portavo mai acqua,
ma sminuzzavo Sicilie che sputacchiavi qua e là.
Ho mimato chissà quante notti normanne per mostrarmi senza verbi.
Eppure danzavano solo pupi furiosi per la tua platea.
Ricordo, disegnavi città vive in te con colori di neve e io, di neve, cercavo rose bianche sopra il muro, appena sotto il cielo spinato.
Non sono io.
Mi avvicino risoluto alla mezzanotte e le svolgo dal costato le fasce consumate dai sospiri ritratti.
Ecco, sgorgano ancora aggettivi e, di nuovo, le lettere rosse, solite e irruente, come me.
Ho i motivi che mi hai lasciato, di giusto vigorosi, di gusto intrisi.
Prima di andare, ho messo in ordine, non temere: gli stivali son in fondo alla stalla, accanto allo scudo che riposa sullo steccato e ho anche riposto le parole con cura nel tuo primo cassetto.
Perdonami, ma non potevo abbandonare la spada rassegnata, l'ho conficcata, con l'ultima prepotenza, poco oltre i confini delle tue terre e non ero sobrio.
Non ero io.
4 commenti:
Spalanchi, furioso, e strappi via sentimenti da dentro i cuori. Come sempre. Ben tornato.
Cara Coniglia sei molto gentile, ma ti ricordo che sono impermeabile ai complimenti e alle adulazioni quindi stai perdendo il tuo tempo.
Ti va di separarci , divorziare e risposarci?? :-) :-)
Adesso posso dire che mi sono "eccitata", dopo De Gregori e le tue parole.
Ché la notizia in sé di un blog riaperto non avrebbe avuto la sua dose di "eccitazione" se questo spazio fosse rimasto senza parole.
E invece di parole ce ne sono, e anche belle.
Un ritorno in grande stile, ermetico e nostalgico come sempre.
E forse sei proprio tu, quello che cammina per strada, con le buste della spesa.
Devo dire che è un commento che mi piace moltissimo, forse perché hai colto l'incrocio tra le mie parole e la canzone, forse perché apprezzi come scrivo. Ora non voglio farti rimanere eccitata per troppo tempo altrimenti sarò costretto a chiederti dei contributi economici di un certo rilievo. Adesso, pertanto, torno sulla strada con le mie buste per quello che io sono, senza queste parole. Grazie Volo.
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