“Il mondo funziona a cicli, due volte ogni secolo l'oceano ci ricorda quanto siamo veramente piccoli. Una tempesta invernale arriva dall'Antartico spazzando il Pacifico, e spinge onde enormi su verso Nord per 2000 Miglia, e quando arrivano a Bert Beach diventano le onde piu' grosse che si siano mai viste, e io sarò là.”
a volte immagino che forma abbiano le parole mie o altrui... trireme, galee, velieri, barchette, zattere o mezzi gusci di noce che a stento stanno a galla. quando riesco a dargli forma cerco di osservare, immaginando, se ci sono capitani, marinai, passeggeri, schiavi, naufraghi o resti di gherigli, dentro.
puntualmente, l'immagine, più precisa si fa, più tende a svanire lasciando le parole lì a galleggiare nella mente.
credo che quando qualcosa è troppo complesso da dire, quando il momento non è ancora giusto e un'emozione sopravanza scavalcando tutto il resto, le parole si trasformano in meduse che da sole seguono le correnti e le maree, senza sentire la tempesta. quando poi torna un attimo il sereno è odioso rendersi conto che hanno perso consistenza, che non sono state predatrici o pirati su un vascello.
quando accade forse il punto non è quanta resistenza siano riuscite a opporre ai flutti del mare o perché non abbiano cavalcato le onde più alte, vincendo la tempesta... forse, come ogni cosa che prenda il largo, è al mare che appartengono e non possono sfuggirgli...
credo che l'altro giorno in quell'incontro si è scatenata dentro una tempesta a cui nessun comandante, pur con l'imbarcazione più resistente, avrebbe saputo resistere. ma magari non c'era da resistere...
perché c'è un dio del mare in te, padrone di ogni cosa penetri o solchi gli abissi, finanche della stessa tempesta.
[e se la risposta era "no", non è a lei che si riferiscono... vale lo stesso, perché io "sì" mi riferisco a quel momento]
Beh, intanto grazie. Mi piace moltissimo quello che hai scritto. Da dove lo hai copiato? Descrive bene quello che ho vissuto qualche giorno fa...perfettamente. Credo anche che più o meno tutti si trovino in queste condizioni in quei casi, ma il problema è ammetterlo, LASCIARSI ANDARE e non invadere il "passato" con nuove congetture.
"Puoi chiudere con il passato, ma non sempre il passato chiude con te"...NEI CINEMA
(La musica è vita, la vita è nostra se la viviamo.)
2 commenti:
a volte immagino che forma abbiano le parole mie o altrui... trireme, galee, velieri, barchette, zattere o mezzi gusci di noce che a stento stanno a galla.
quando riesco a dargli forma cerco di osservare, immaginando, se ci sono capitani, marinai, passeggeri, schiavi, naufraghi o resti di gherigli, dentro.
puntualmente, l'immagine, più precisa si fa, più tende a svanire lasciando le parole lì a galleggiare nella mente.
credo che quando qualcosa è troppo complesso da dire, quando il momento non è ancora giusto e un'emozione sopravanza scavalcando tutto il resto, le parole si trasformano in meduse che da sole seguono le correnti e le maree, senza sentire la tempesta. quando poi torna un attimo il sereno è odioso rendersi conto che hanno perso consistenza, che non sono state predatrici o pirati su un vascello.
quando accade forse il punto non è quanta resistenza siano riuscite a opporre ai flutti del mare o perché non abbiano cavalcato le onde più alte, vincendo la tempesta... forse, come ogni cosa che prenda il largo, è al mare che appartengono e non possono sfuggirgli...
credo che l'altro giorno in quell'incontro si è scatenata dentro una tempesta a cui nessun comandante, pur con l'imbarcazione più resistente, avrebbe saputo resistere.
ma magari non c'era da resistere...
perché c'è un dio del mare in te, padrone di ogni cosa penetri o solchi gli abissi, finanche della stessa tempesta.
[e se la risposta era "no", non è a lei che si riferiscono... vale lo stesso, perché io "sì" mi riferisco a quel momento]
Beh, intanto grazie.
Mi piace moltissimo quello che hai scritto.
Da dove lo hai copiato?
Descrive bene quello che ho vissuto qualche giorno fa...perfettamente.
Credo anche che più o meno tutti si trovino in queste condizioni in quei casi, ma il problema è ammetterlo, LASCIARSI ANDARE e non invadere il "passato" con nuove congetture.
"Puoi chiudere con il passato, ma non sempre il passato chiude con te"...NEI CINEMA
(La musica è vita, la vita è nostra se la viviamo.)
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