E' una scia di condensazione,
una distorsione sinestetica.
E mi dissolvo sempre
come fotogrammi di un film.
Musica che sopisce,
come un odore perduto,
fino all'inaspettato deja vu.
fino all'inaspettato deja vu.
Non è un colpo di spugna,
non è un arbusto strappato alla terra
non è un arbusto strappato alla terra
non è oblio.
Fluttuo incomprensibile al di là dei tuoi occhi ambrati,
nel senticéto che, insonne, aggrovigli
fin dal primo amore,
fin dal primo amore,
nel crepuscolo di un sorriso per la promessa illusa,
o in quel bacio a fior di labbra.
Un segno, un'espressione, un moto irruente,
è quel che resta e quel che sono in te
tutte le volte che leggerai le lettere rosse,
o ti arrabbierai ancora per quel pomeriggio rimasto in ombra,
perché ho accelerato potente,
ma non ho vinto su di me,
perché ero la speranza della tua parte bambina.
E'un inevitabile destino,
una lotta appassionata nella consapevole sconfitta.
Faccio solo il mio tempo
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