mercoledì 30 marzo 2011

"Il mio primo sogno è giocare il mondiale, il secondo è vincerlo"





"Il mio primo sogno è giocare il mondiale, il secondo è vincerlo"
Questo il desiderio di un bambino, un bambino mai cresciuto.
Un esserino che tutti, molti, non so quanti, hanno dentro: Giocare, correre, la palla, andare più forte degli altri, saltare più in alto, rialzarsi...tutto il resto è fuori, lì fuori e vi rimane.
Bambini di 5 anni e di 20, 30, 50...abbigliati a campioni, che, con i gadgets da furore e persino con il passo lento, talora molleggiato, talaltra dondolante, seguono le movenze dei loro idoli nel loro percorso verso il rettangolino verde. Beh, non si può nascondere che il consumismo abbia inquinato quella purezza, quella parte candida, una volta inarrivabile.
Mio padre mi parla sempre di partite che duravano ore e ore e ore, nella piazza più vicina. Non c'erano scarpette fluorescenti, non c'era il numero, nè il nome sulla maglietta...quella peggiore che si indossava per l'occasione. 
2 pietre da una parte e 2 dall'altra a disegnare - solo nei loro occhi - il perimetro dell'infinito giocare.
Ho vissuto il "passaggio" epocale dal gratificante asfalto rubato al campetto d'erbetta preteso, ho ammirato bellissimi completini originali mentre andavano a perdersi i pantaloni non troppo corti, di 3 misure più grandi.
Forse in questa formattazione dall'effetto prevalentemente estetico si perde buona parte di quella emozionante magia che animava i cuori ingenui, dove ingenuità era un valore, non un demerito, prima..
E',tuttavia, presente ugualmente o quasi, quello spirito, quella passione, che possiede ogni permanente bambino che gioca al pallone, come la prima volta.

Ah, dimenticavo: se vi capita di avere come avversario un bambino senza completino e combinato alla meno peggio, state attenti! è, di certo, il più forte.

martedì 29 marzo 2011

L'inizio e la Fine

                                           
                                          
Il grande freddo pare abbia fatto il suo ingresso nelle nostre vite. 
I semafori, già da un po’, scandiscono i nostri percorsi autunnali mentre il ticchettìo delle lancette rimbomba assiduo nelle nostre giornate, a farci da promemoria.
Da qualche tempo, mi solletica un ricordo, ma forse sarebbe meglio dire un viaggio in cui coloro che sono partiti non sono stati semplici turisti in visita o amanti dell’arte e della cultura intenti a scattare foto o girare filmini. 
Qui si narra – fatemi passare la differenza – la storia di novelli “viaggiatori”, di quelli capaci ancora di meravigliarsi dinanzi alle esperienze che li investono e talmente generosi da darsi con la spregiudicatezza di chi non si pone il problema di rischiare anche per una sola goccia in più…con tutti i pericoli connessi.
Viaggiatori che hanno raggiunto una conoscenza intrinseca di ciò che li ha  lambiti, travolti: ciascuno, per poter ricevere ,ha dovuto, volta per volta, cedere parte di sé; forse sarebbe più appropriato dire che in ognuno è nato un aspetto, un carattere originale quale prodotto dell’incontro del “proprio mondo” con quello degli altri viaggiatori,  con le circostanze e le personali interpretazioni…
In 4 mesi mi sono imbattuto in cari consorti: all'inizio due chiacchiere, due risate e via… Ricordo ancora Lily, brillante di luce nuova, si abbandonava dolcemente all’innocenza del suo desiderio con un velo di scetticismo mentre Bacco, Tabacco e Venere spadroneggianti tra i sensi, rendevano  Fred, ancor di più, potenza della natura… ira degli dei!
Le scaramucce d'amore tra Fred e Luise con il suo sguardo teneramente imbarazzato...il paese era piccolo e la gente mormorava.
Poi c'ero io e Marie, a volte svanivamo nel nulla: ogni incontro tra noi era un singolar tenzone, non c'era buon senso che tenesse, mai.
Lei era tiepida, calda, ma mai fredda; camaleontica nel non farsi intercettare dai riflettori, presente con il suo affetto per Fred, comprensiva confidente di Jack, amicona delle altre girls: lì ad ascoltare tutti senza condannare nessuno, pronta a sguainare la spada dell’ironia con la facilità tipica del grande atleta che compie il gesto da campione con la semplicità di chi possiede una facoltà innata....Ma...ma, non dimenticherò mai, una sera, lei che, tra le luci della ribalta, seduta con le gambe raccolte e gli occhi illuminati, concedeva, con pacata euforia, pensieri e sensazioni conturbanti ad uno strano tipo…era piccola ed indifesa solo a me.
L’estate dei grandi burroni, io  e Jack più volte siamo precipitati in preda a deliri di ogni tipo, ma le donne... 
Estate di entusiasmi e di sensazioni; un giorno di fine Maggio, Jack mi disse: “Questa sarà una strana estate…” Amen…nessuno ci crede, ma c'è chi giura di averlo visto, all'alba di una mattina di fine luglio, parlare con il sole e con il mare..era stato trafitto da eros.
Giorni e notti con Lily e Fred in cui ,tra una confidenza ed una pacca sulla spalla, ci  si sosteneva  mentre si tiravano  fuori sincere paure ed umane debolezze. 
Il terribile Jack, dalle birre alle corse in moto, ai litigi, alle spiagge lontane ... a meno di attimi di permalosità acuta (la creatura è in cura ), ha strappato sorrisi e grasse risate a chiunque e per primo a me…posseduto da una forza superiore, trasmetteva voglia.

Tre mesi vissuti quotidianamente, senza respiro…tutto il resto della vita veniva dopo, non si dormiva, si sognava e poi si sveniva…non si mangiava, ma poi si sbranava qualcuno…Poi siamo implosi o esplosi, come volete, fate voi; prima qualche crepa, poi fratture, spaccature e poi…puff…fine…
Le umane cose hanno sempre un inizio, una crescita ed una fine. Abbiamo bruciato le tappe…divertimento, allegria, amicizia, convivenza, eros, scontro, birra, cotte, convivenza, paradiso ed inferno…Big Bang…

Non so cosa vi sia rimasto, io non ho foto né filmini ,ma ricordo le espressioni del vostro viso…Siamo tornati alle nostre “normalità”: computer, penne, sciarpe, cappotti, impegni, contabilità, università, legalità, classi…parole che non hanno alcuna assonanza con “quel” mondo nostro…
In tre mesi molti hanno cominciato a sognare, pochi non hanno mai smesso, qualcuno ha trovato l’amore, qualcun altro l’ha perso ed altri sono convinti di averlo acchiappato, c’è chi si è solo divertito e non chiede di più, chi è rimasto con la rabbia in corpo e chi la rabbia l’ha messa nel cassetto…

Quando piove, guardo le strade bagnate e ripenso alla spiaggia di Miami, l’ultima vetta… l’ultima prima della discesa, anche se non eravamo tutti, fa lo stesso…la mente mi riporta al giorno in cui siamo arrivati e correvamo sulla sabbia, giocavamo in acqua...
Jack si complicava la vita, Lily anatrava in acqua, Fred denudava Marie ed io mi sfracellavo schiena e gamba tra le onde…
Quel giorno pioveva su un mare a tinte azzurro-verdi…    


Il primo post non si scorda mai



Perchè ne ho fatta di strada e, come tutti i vecchietti che si rispettino, mi guardo anche indietro e riformulo, rifletto, elaboro, riprendo, cerco, interpreto, congetturo su quello che fu, che è stato, che è e che, forse, sarà.
Forse è, più semplicemente, un modo per guardare a me stesso, con sottaciuto narcisismo, a quello che ero, sono stato e non sono più.
Alla fine chi se ne...



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