mercoledì 27 giugno 2012

Arì


Ho portato, per la prima volta, una donna all'altare.
Era piccola, indifesa, splendida.
L'ho tenuta al mio petto, l'ho confortata quando ha pianto e sono riuscito a farla sorridere mentre il visino era ancora umido di lacrime innocenti e spaventate.
Occhi pieni di vita di cui non sa e di cui non teme.
Le ho giurato il mio amore, nonostante non fosse necessaria la formalità.
E' bene, tuttavia, che sappian tutti da che parte io stia.
Qualunque cosa, sia oro sia fango, io sarò lì a qualche passo da te, a te, per te.
Sei una meraviglia.
Tuo Fabrizio.


venerdì 22 giugno 2012

...e parlo ancora meno





E ci sono rimasto male veramente. 


domenica 17 giugno 2012

Binario 12





Ho consumato le scarpe,
son arrivato fin qui
per guardarti al cuore.
Nessun orologio al polso,
solo una valigia satura di panni.

Brutte notizie, pessime,
è il tuo treno a muover via.
Il fischio del capostazione,
un incrocio di sguardi, 
è quel che rimarrà.

Lacrime non possiedo più,
ho fiorito illuse speranze,
epiche e confortanti.
Ne eran piene le tasche, caspita.
Eppure, per buchi e strappi, son evase,
han preso quel convoglio,
le ho intraviste accanto a te.

Eccomi, binario 12,
mi contempli in silenzio
in assenza delle amate attese.
Non so tornare indietro,
cedo a me, come disperavo,
privo del coraggio di rispondermi.

M'è sospirata la città e i due fiumi,
il vecchio cinema e il nostro passato.
Potrò disegnare oltre questa carta,
i giorni immaginati e il tuo viso.
Troverò, son certo, i tuoi passi,
e li proteggerò in punta di matita,
fino al dissolversi delle orme soffiate,
a vederne i gesti da cui nacquero.
I tuoi, i miei, i nostri.




giovedì 14 giugno 2012

L'equilibrista


- Episodio 3 -

Gli occhi di Salvatore erano incastonati nel casco nero e striato di rosso, appena più su della mummifica sciarpa grigia in cui si era avvolto prima di partire.
A fatica, il suo sguardo riusciva ad affacciarsi sul bavaglio e, tutte le volte, sembrava che quei paesaggi si intersecassero ai vividi ricordi.
Non fu così il 16 marzo.
Quella mattina, infatti, ogni pensiero fiondato al cielo si ripiegava morbosamente, nonostante i tentativi di deviazione, sulla conversazione avuta con Giulia la notte precedente: era stata irremovibile.
Come le altre volte...
Salvo, ormai, aveva speso i suoi buoni fiducia e tutti male.
Impegno e serietà, presenza fisica e mentale, questa la base d'asta, per Giulia.
Mancuso, tuttavia, traduceva dette esigenze in un'offerta di lavoro subordinato a tempo indeterminato con ottima retribuzione, benefits, un distinto ufficio, personale di servizio competente.
Improponibile.
Salvo, per indole e diletto, si era tuffato nella carriera di libero professionista affascinato, in particolar modo, dal termine "libero" del suddetto binomio e senza aggiunte di sorta. "Libero", nella possibilità di scegliere e organizzare mete e obiettivi senza dover sottostare a schemi rigidi e precostituiti, "libero" di assecondare le necessità della curiosità.
Giulia considerava queste caratteristiche come elucubrazioni di un adolescente  bello   cresciutello il quale si ostinava a giocare all'investigatore privato alla maniera del tenente Colombo.
Quando si usciva con gli amici, veniva puntualmente fuori la storia, romanzata, di Salvo al Concorso di Commissario di Polizia; si trattava di un simpatico aneddoto attraverso cui potersi prendere beffa del Mancuso facendo leva sull'ilarità che la narrazione, arricchita sempre di nuovi particolari, suscitava nei presenti.
Dopo aver superato gli scritti di Palermo,  Salvo si recò a Roma per la prova successiva, i test fisici; l'esame, in quanto tale, nascondeva insidie e difficoltà, ma Salvo era cosciente di poterlo superare, fiducioso delle sue provate e riconosciute doti atletiche.
Il giovane Mancuso, eroicamente, la mattina del 21 novembre del 2004, piuttosto che presentarsi al Villaggio Olimpico, ove furono espletati i testi fisici dei concorrenti, optò, con decisione appassionata ed univoca, per una visita approfondita alla Galleria Doria Pamphilj e annesso concerto da camera. Indimenticabile.
Giulia non era mai stata sfiorata dall'idea che questo preciso episodio fosse più loquace della sua urlata carica comica.
Rideva, ingenua e convinta, di un'assurda testardaggine, di uno spazio irrazionale ed informe entro cui Salvo pareva serrarsi per sfuggire alle vere responsabilità della vita.
Il giovane Mancuso, dal canto suo, andava fiero di una scelta fondamentale, mai rinnegata, anche in quei periodi in cui il lavoro era stato scarso e zoppicante.
"La linea sottile che distingue il genio dalla follia si chiama successo e tu cammini ddassupra " gli ripeteva lo zio Giovanni quando lo incontrava il sabato mattina davanti allo studio.
Salvo non condivideva questo modo di misurare decisioni, mete e la vita insomma; si perdevano, a suo modo di vedere, viaggio e tensioni. Eppure, vanitoso, si compiaceva, nonostante la diversità di vedute, d'esser considerato un equilibrista su una linea sospesa, qualunque essa fosse.

"Mi spiace, ma l'hai voluto tu! ADDIO!", queste le ultime parole di Giulia
Lo aveva rimproverato a lungo, aveva criticato aspramente il suo modo sciolto e libertino, d'affrontare la vita.
Salvo era cosciente della sua dimensione caratteriale e dell'insormontabile ostacolo che essa avrebbe costituito per la loro relazione, ma, ormai, il condizionale non era più appropriato visto l'epilogo, l'ennesimo, della notte appena trascorsa.
Tra le mattiniere riflessioni, per la verità, luccicava, nemmeno troppo flebile, l'ipotesi che Giulia, semplicemente, non fosse abbastanza per se stesso, e che, magari, un'altra creatura lo avrebbe, se non distratto dalla professione, attratto a sé, ad una vita insieme, secondo i canoni ordinari, come era già accaduto una volta.
Quel giorno, però, Salvo rimuginò rombante e indispettito all'aut aut postogli poche ore prima. 
Spense il motore, sciolse il casco e controllò nello specchietto della moto il nodo della cravatta.  
"O cambi o niente" bisbigliò Salvo facendo il verso a Giulia.
"Niente, cara Giulia, niente" e puntò dritto al Tribunale.


The Longest.

I'm Lawyer Fabrizio Bonafede "and today is the 


longest of my life".












giovedì 7 giugno 2012

Sevenever



New Beginning, different relationships, my old habits, 
but only a number.
* 7 *

domenica 3 giugno 2012

31st may





Thank you, thank you very much
 for growing my unripe hopes, 
for inexperienced thoughts 
for giving me refuge when I severely weakened days, 
for supporting me in ideas and mistakes, 
for accepting tears and love without judging my faults.

Thanks for allowing me to go away, now that I have. 
Forver yours, forever mine.

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