mercoledì 29 agosto 2012

Sassi




Brucio sassi prima di sera, 
picchettano il tramonto,
crollano rovesciati senza fiato
fino a chetare grinze di nembi
e singhiozzi di ore.

I crepuscoli tingevano rosa

disegni spiccati d'incanto
sui vesperi che aleavano sottovoce
a sciupìo di mani orbe di Dio.
Giacciono tutti, all'imbrunire,
come schegge legnose,
sospese su echi finiti,
tra reliquie di parole trascorse.

E brucio sassi per tutta la notte, si.

Troveranno la via del mare,
planando lievi come non seppi.
Profonderanno le acque nude,
e i tuoi abissi d'altrui stupore
fino a luna nuova,
testimoni di quest'isola eterna 
sedotta da un tempo pentito.

lunedì 20 agosto 2012

Corso Nuovo, 7. Pal. F.







(Da notare anche l'attenzione per la par condicio)

Da oggi vivo sobrio e con la punteggiatura.

domenica 19 agosto 2012

Last of English Roses







mercoledì 15 agosto 2012

14 Agosto.


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Ho sfinito anche l'ultima notte, 
la più lunga, la mia.
Un anno si è chiuso
d'improvviso e senza incanto.
Sull'album nemmeno una foto 
né date apposte con cura,
ho sfogliato pagine bianche,
giurerei di averle riempite.

Dal mio disordine, stasera, 
è saltato fuori il profumo d'erba 
per le piogge di  Saint-Etienne,
la canicola delle vie di Granada,
e il cielo livido di Dublino.

Ci sono parole rimaste a terra,
non hanno volato l'istante, 
pronte da sempre,
disperano il futuro.
Ne avverto l'inutilità
e il vecchio palpito.


Le stelle non smettono d'ascoltare,
attonite per i sentimenti tornati indietro,
nonostante l'incompiuta giacenza. 
Le ho stupite, non credono a loro stesse:
il conto degli amori promessi,
la spesa per le ragioni violate,
le vittorie di fioretto 
e la spada non risparmiata.
Coriandoli di un anno.

Ho conservato le ore ammaliate
al gelo delle colline di Fourvière
quando l'emozione levigava il viso 
e la sua mano nella mia, 
adagio, poi forte, fortissimo.
Il panorama mozzava il fiato, 
ma solo se guardavo il suo profilo.
Non riuscivo a baciarla, 
a fermare il momento, 
non vedevo la fine, 
era poco più in là, 
oltre la gioia inconcepita.

Ho cullato l'innocenza, 
la tenerezza di cuore,
i suoi occhi mi abbracciavano,
spaventati del mondo,
mentre io, paterno,
la salvavo dalle lacrime
con le mie promesse.

Ho addosso l'odore della paura,
mi ha sfidato apertamente, 
ha ferito l'infanzia più dolce.
Non mi hai visto, mamma,
per qualche ora,
ma era la prima volta,
non ero abituato,
eri inerme, 
e il nostro sangue si versava,
come lenti afflati.
Pregavo più forte, impotente.

Si sono indurite le foglie d'ottobre
come un romantico autunno,
ebbro di fondue savoyarde
e progetti allettanti. 
Non avrei superato, 
abbiate compassione, 
l'inverno più rigido
e le nevi sacre di S. Giovanni.

Le rose non amano le bufere, 
ho imparato.

Ho corso più forte, senza casco, 
il vento non mi sfiorava.
Sento ancora le luci sul Liffey 
e gli orizzonti d'Africa,
non finiscono ancora.

Ho strappato morsi a impavide passioni
sciolte di verità, nutrite di sensi , 
anelate da cuori ciechi di vita.

Ho vinto ciliege rosse, attraenti e succose,
ma era necessario perdere la terra, questa.
Fu appena qualche giorno di gloria
o giusto il tempo in cui ho creduto 
in un desiderio che vive in me.

Ho accostato la mano al fuoco, 
senza mai tirarla indietro,
sempre più, fino a bruciare e cadere.
I risvegli fumavano neri, 
ho affondato le stesse mani nella cenere
a cercare i tocchi di legno 
marchiati e svaniti.

Ho scoperto persone più forti,
attendono per ogni mio ritardo,
sopportano gli strappi dolorosi,
tengono stretto il mio colletto.
Da una vita.
Senza stupido orgoglio, il mio.

Ho smarrito amori, 
mentre mi investivano talenti
di longilinea sensibilità
e di graziosa ironia.
Ne ho intravisto i sogni 
appena pronunciati,
avvolti nel cotone,
il più delicato, 
perché non si scalfissero
di fervori urlati.

Ho percorso strade ignote 
e divorato città lontane
innamorato del grigio 
dei giorni dimenticati.
Ho percosso le mie decisioni
fino all'amata solitudine
e ho sferzato coloro che stimo
per scelte ingiuste
e inerzie criminali.

Ho provato e abbandonato
con il mare nel cuore, 
scapigliato e controvento,
sempre.
Ma quest'anno la storia cambierà,
lo giuro.

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