lunedì 30 gennaio 2012

On air




See you soon, don't lose your trust







domenica 29 gennaio 2012

La Rabbia e l'orgoglio II

A grande richiesta "La rabbia e l'orgoglio" re-edit.

27 Gennaio



Giorno 27 gennaio, giorno della memoria, la Shoah.
Memoria dell'orrore, della vergogna, dell'omertà, della semplice e genuina cattiveria di un ventennio.
Ho notato, ma posso sbagliare, che la sensibilità generale (tralasciando negazionisti e ignoranti) si è orientata su quello che è accaduto in Europa nella prima metà del 900 e alle atrocità subite dagli ebrei e da coloro che hanno contestato in qualsiasi modo il III Reich.
Sono contento di non aver letto, in questo Giorno della memoria, di paragoni tra il numero di  ebrei morti e il numero di morti palestinesi in anni successivi, o tra gli orrori del regine nazista e quelli dello stato israeliano.
Sono contento perché, in questo giorno, ho sentito e letto di parole tese nel ricordo di quelle vite spezzate che hanno avuto la colpa di nascere nel momento sbagliato.
Spero che il rispetto, la solidarietà e l'umanità venga in futuro riconosciuto a tutti i morti a prescindere dalla strage di innocenti, della nazionalità o del credo politico.
Non altro.




Etta James


venerdì 27 gennaio 2012

Unforgettable





Diego ed Amandine rockeggiavano leggeri, goderecci dell'attesa trepidante, nemmeno troppo silente, tra il giallo e l'arancio della sala grande dello studentato Daniel Faucher di Ramier Island.
Lei - occhi semi aperti e mezzo sorriso ebbro di piacere - allacciava un braccio lento al collo latino e scamiciato del suo conquistador. L'altra mano, indomita, aleggiava pericolosamente a disegnar le note interminabili di quella notte.
Lui - movenze accennate e mai banali - le cingeva la vita di sensuale innocenza, inebriato com'era dai profumi dell'ancestrale bellezza che gli aveva rubato l'anima.
Diego, accostando la bocca al suo orecchio, seguì la canzone: "...I'm too afraid, I'm too afraid...I don't know what to do... Don't know what to do...Drivin me outta my mind"
Amandine lo fissò un istante: "Just do it".


All that you can't leave behind




Non ci sono orari, non ci sono giorni prestabiliti, non ci sono strutture fisse, non ci sono limiti di spazio.
L'ordine è una questione mentale, solo una necessità materiale.
Quando arriva la chiamata, non ci sono feste, serate di gala, né momenti inopportuni e se il morale è sotto i piedi, non rimane che mettere le scarpe e schiacciarlo per bene: la mente deve essere sempre lucida, libera e curiosa, sempre.
Pronti a mangiar polvere, all'autoresetting in un lasso di tempo incredibilmente breve fino ad eliminare qualsiasi cosa sia d'ostacolo all'unico scopo: entrare nella parte e recitare a soggetto, senza camere, senza suggeritore, senza applausi.
Solo una possibilità, il resto è sconfitta.

Prima era diverso, come nel video.


mercoledì 25 gennaio 2012

Il mio tempo


E' una scia di condensazione,
una distorsione sinestetica.
E mi dissolvo sempre
come fotogrammi di un film.
Musica che sopisce,
come un odore perduto,
 fino all'inaspettato deja vu.

Non è un colpo di spugna,
non è un arbusto strappato alla terra
non è oblio.
Fluttuo incomprensibile al di là dei tuoi occhi ambrati,
nel senticéto che, insonne, aggrovigli
fin dal primo amore,
nel crepuscolo di un sorriso per la promessa illusa,
o in quel bacio a fior di labbra.

Un segno, un'espressione, un moto irruente,
è quel che resta e quel che sono in te
tutte le volte che leggerai le lettere rosse,
o ti arrabbierai ancora per quel pomeriggio rimasto in ombra,
perché ho accelerato potente,
ma non ho vinto su di me,
perché ero la speranza della tua parte bambina.

E'un inevitabile destino,
una lotta appassionata nella consapevole sconfitta.

Faccio solo il mio tempo







giovedì 19 gennaio 2012

"La rabbia e l'orgoglio"





("La Sicilia che guida il popolo italiano" -  2012 - My sister A.)


Impossibile il silenzio!
La Sicilia è in prima linea!

Il movimento dei forconi.
Si, il mio parere è che si tratti del movimento dei forconi, punto e basta.
La ricerca tramite internet vi permetterà di scovare informazioni sulle possibili radici storiche o politiche, sulla denominazione e sugli obiettivi del movimento.
Io credo che si tratti di una ribellione nel senso letterale della parola: ho visto persone unite dalla disperazione, un moto popolare, direi anacronistico, perché "fatto" di gente comune.
Molti hanno cercato di mettere la propria bandierina sul fenomeno, di screditarne il significato o la portata. Si è parlato, infatti, di esponenti di Forza Nuova, di infiltrazioni mafiose in un primo tempo e successivamente è arrivato anche il supporto di sinistra nelle ultime manifestazioni.
Dicevo, ho avuto la sensazione di un movimento fuori dalle dinamiche politiche ed economiche attuali (e forse anche per questo è esploso in Sicilia) perché improvvisamente (non tanto senza una regia perché credo che questa ci sia), senza rispettare i tempi mediatici, ha preso piede, quasi in sordina, e, come nelle più francesi rivoluzioni, sono stati gli effetti a far parlare più che gli annunci e le dichiarazioni di intenti.
Nei primi giorni, infatti, i media non hanno dato rilievo alcuno agli accadimenti; da Roma si cercava la matrice politica di quella che si immaginava una "rivoltina" da crisi post stangata economica, del resto era legittimo pensarlo, atteso che la Sicilia, nel corso dei secoli, si è spesso distinta come "terra di sudditi".
Nei primi giorni, dunque, i giornalisti non sapevano che pesci prendere e si è cominciato a parlare di Forza Nuova, di Mafia ecc.; gli agricoltori, gli autotrasportatori, intanto, non solo continuavano infervorati la loro protesta decisa e veemente, ma cominciavano a contagiare altri settori sociali ed economici.
L'interesse crescente dei massmedia è riconducibile precipuamente ai disagi e ai danni creati, in un primo momento solo in Sicilia alla collettivita: blocco delle (poche) vie di comunicazione stradali e marittime e l'interruzione della fornitura di benzina.
La protesta cosi si propagava, in stile autunno africano, in Calabria, Campania, fino al nord-Italia e, come in tutti i movimenti storico rivoluzionari, si sono verificati episodi di violenza.
La violenza non è giustificata, né giustificabile, tuttavia, è da sottolineare come in un mondo in cui l'attenzione della gente è risucchiata dai reality show, per un verso, e dalla presentazione teatrale delle tragedie, per l'altro, (vedi Concordia) non è facile manifestare pacificamente e potere ottenere l'ascolto delle proprie ragioni.
Con questo non voglio legittimare la violenza perpetrata alle persone né i danni provocati all'economia e agli altri lavoratori.

Il movimento in questione si nutre di un'ormai atavica questione meridionale.
Nel 1800, udite udite, il Regno di Sicilie (e qui non scherzo) era la terza potenza industriale (verificate pure) e le casse dei Borboni erano belle piene di ori e preziosi di tutti i generi.
L'unificazione ( e non l'Unità) d'Italia non avvenne d'amore e d'accordo come amano raccontare.
Garibaldi, infatti, partì con un gruppo di ex galeotti che non furono affatto accolti da liberatori.
Quando l'eroe dei due mondi riuscì a formare un esercito, i magnifici 1000 perpetrarono violenze di ogni specie senza distinzioni: documenti e le memorie  conservate negli archivi di monasteri (come gli stessi diari di Garibaldi) narrano delle violenze a donne e bambini, di uomini fatti a pezzi e dell'ostentazione pubblica di corpi senza vita.
Allorquando l'Italia "fu fatta", Cavour & C. "ritirarono" i valori e gli ori tenuti nel in Sicilia e da lì una serie di conseguenze più conosciute, anche perché più convenienti, quali povertà ed ad effetto dominio brigantaggio, questione meridionale, Cosa Nostra, Camorra, 'Ndrangheta ecc.
Ci si chiede cosa sia successo adesso.
La verità è che per una volta la gente vera, senza destra o sinistra, senza colori si è finalmente indignata.
Alcuni temi.
In Sicilia si raffina il 40% del petrolio che si lavora in Italia con enorme inquinamento e definitivo pregiudizio di siti che potevano essere sfruttati per il patrimonio paesaggistico-storico-artistico.
In Sicilia la benzina costa più che nel resto d'Italia.

Per andare in treno da Catania a Palermo (e stiamo parlando di due città molto grandi) sono necessarie 5/6 ore di tempo, vi lascio immaginare i collegamenti riguardanti i piccoli centri.
Autostrade? 2 o 3 (e la Sicilia è la regione con la maggiore superficie in Italia) e con una manutenzione inesistente, dunque piene di buche, con il manto irregolare, assolutamente insufficienti e pericolose.
Ragusa non è collegata ad una rete autostradale, per esempio, così Agrigento e tutto il sud della Sicilia.
L'inesistenza della Salerno - Reggio Calabria è ormai nostro patrimonio culturale, ormai si ride e si fanno battute da Zelig eppure è un'assurdità con pochi paragoni.
Se i vacanzieri sono sdegnati dall'assenza di un'arteria stradale adeguata che colleghi il centro con il sud, pensate per un istante a tutti gli autotrasportatori che quotidianamente devono fare quella via crucis per lavorare, non ci sono parole per descrivere.
Se a tutto questo aggiungiamo che colui che paga le tasse al sud (come al nord) partecipa indirettamente all'Anas e Trenitalia, ci si domanda perché le infrastrutture siano garantite solo al centro e nord Italia.
C'è, poi, il delicatissimo tema attinente il comparto agro-alimentare e la relativa commercializzazione che è molto difficile da affrontare in quanto vi sono grossi gruppi che gestiscono produzione e distribuzione appunto, e che si sospetta abbiano interesse a cavalcare l'onda della protesta della povera gente per ottenere ulteriori vantaggi.

Ho enunciato alcune delle ragioni che stanno alla base del malcontento, dell'insofferenza della gente, ma ci sarebbe tanto, ma veramente tanto da dire. 

(Bossi non deve a sapere che gli industriali eravamo noi e che Roma non è stata ladrona, mantenete il segreto)

Unplugged







domenica 15 gennaio 2012

Once





La luce brilla di paura  per gli occhi di formidabili giovani dall'innato talento.
Un film on the road, pieno e autentico; non c'è differita della realtà, non c'è social network, ma solo un "sociale" fatto di passione e odore.
Una solitudine da evitare per come si può, come viene meglio, ma senza urla.
E' il freddo che si annoda stretto alle dita mentre la musica vola lontano verso un sogno accudito e protetto gelosamente.
Delicato ed elegante al punto da risultare trasgressivo

sabato 14 gennaio 2012

Sabato sera

Ore 20.30 (ora del Regno di Sicilia)
Pioggia torrenziale e programma intenso per la notte:
Birrozze davanti alla partita, finire libro, 2 film  che ho intenzione di vedere da circa un mese e di cui eventualmente vi informerò, varie ed eventuali.

Questo post verrà aggiornato più tardi.


Alle ore 3.00 ecco i risultati:
Birrozze - Ok
Partita - Buh
Libro - Ok
1 Film - Ok
2 Film - n.p.
Ospite a sorpresa - Ok.
 Goodnight!

Della serie echissene... Lo so lo so.

venerdì 13 gennaio 2012

Cou cou



                                                           Bonne nuit à tout le monde


giovedì 12 gennaio 2012

'giorno



mercoledì 11 gennaio 2012

Santa Fe




martedì 10 gennaio 2012

Just I can


 Non ho ancora deciso come cominciare l'anno, pertanto, faccio slittare l'inizio delle mie ostilità a febbraio.
Posso dire solo che quest'anno, il mio unico proposito è "non fare corbellerie" per non essere scurrile.
Vecchia saggezza popolare, mai fuori moda, sempre attuale: molti evitano questa verità per essere sofisticati, io sono costantemente antico.
A presto.
Don Fabrizio
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