giovedì 14 giugno 2012

L'equilibrista


- Episodio 3 -

Gli occhi di Salvatore erano incastonati nel casco nero e striato di rosso, appena più su della mummifica sciarpa grigia in cui si era avvolto prima di partire.
A fatica, il suo sguardo riusciva ad affacciarsi sul bavaglio e, tutte le volte, sembrava che quei paesaggi si intersecassero ai vividi ricordi.
Non fu così il 16 marzo.
Quella mattina, infatti, ogni pensiero fiondato al cielo si ripiegava morbosamente, nonostante i tentativi di deviazione, sulla conversazione avuta con Giulia la notte precedente: era stata irremovibile.
Come le altre volte...
Salvo, ormai, aveva speso i suoi buoni fiducia e tutti male.
Impegno e serietà, presenza fisica e mentale, questa la base d'asta, per Giulia.
Mancuso, tuttavia, traduceva dette esigenze in un'offerta di lavoro subordinato a tempo indeterminato con ottima retribuzione, benefits, un distinto ufficio, personale di servizio competente.
Improponibile.
Salvo, per indole e diletto, si era tuffato nella carriera di libero professionista affascinato, in particolar modo, dal termine "libero" del suddetto binomio e senza aggiunte di sorta. "Libero", nella possibilità di scegliere e organizzare mete e obiettivi senza dover sottostare a schemi rigidi e precostituiti, "libero" di assecondare le necessità della curiosità.
Giulia considerava queste caratteristiche come elucubrazioni di un adolescente  bello   cresciutello il quale si ostinava a giocare all'investigatore privato alla maniera del tenente Colombo.
Quando si usciva con gli amici, veniva puntualmente fuori la storia, romanzata, di Salvo al Concorso di Commissario di Polizia; si trattava di un simpatico aneddoto attraverso cui potersi prendere beffa del Mancuso facendo leva sull'ilarità che la narrazione, arricchita sempre di nuovi particolari, suscitava nei presenti.
Dopo aver superato gli scritti di Palermo,  Salvo si recò a Roma per la prova successiva, i test fisici; l'esame, in quanto tale, nascondeva insidie e difficoltà, ma Salvo era cosciente di poterlo superare, fiducioso delle sue provate e riconosciute doti atletiche.
Il giovane Mancuso, eroicamente, la mattina del 21 novembre del 2004, piuttosto che presentarsi al Villaggio Olimpico, ove furono espletati i testi fisici dei concorrenti, optò, con decisione appassionata ed univoca, per una visita approfondita alla Galleria Doria Pamphilj e annesso concerto da camera. Indimenticabile.
Giulia non era mai stata sfiorata dall'idea che questo preciso episodio fosse più loquace della sua urlata carica comica.
Rideva, ingenua e convinta, di un'assurda testardaggine, di uno spazio irrazionale ed informe entro cui Salvo pareva serrarsi per sfuggire alle vere responsabilità della vita.
Il giovane Mancuso, dal canto suo, andava fiero di una scelta fondamentale, mai rinnegata, anche in quei periodi in cui il lavoro era stato scarso e zoppicante.
"La linea sottile che distingue il genio dalla follia si chiama successo e tu cammini ddassupra " gli ripeteva lo zio Giovanni quando lo incontrava il sabato mattina davanti allo studio.
Salvo non condivideva questo modo di misurare decisioni, mete e la vita insomma; si perdevano, a suo modo di vedere, viaggio e tensioni. Eppure, vanitoso, si compiaceva, nonostante la diversità di vedute, d'esser considerato un equilibrista su una linea sospesa, qualunque essa fosse.

"Mi spiace, ma l'hai voluto tu! ADDIO!", queste le ultime parole di Giulia
Lo aveva rimproverato a lungo, aveva criticato aspramente il suo modo sciolto e libertino, d'affrontare la vita.
Salvo era cosciente della sua dimensione caratteriale e dell'insormontabile ostacolo che essa avrebbe costituito per la loro relazione, ma, ormai, il condizionale non era più appropriato visto l'epilogo, l'ennesimo, della notte appena trascorsa.
Tra le mattiniere riflessioni, per la verità, luccicava, nemmeno troppo flebile, l'ipotesi che Giulia, semplicemente, non fosse abbastanza per se stesso, e che, magari, un'altra creatura lo avrebbe, se non distratto dalla professione, attratto a sé, ad una vita insieme, secondo i canoni ordinari, come era già accaduto una volta.
Quel giorno, però, Salvo rimuginò rombante e indispettito all'aut aut postogli poche ore prima. 
Spense il motore, sciolse il casco e controllò nello specchietto della moto il nodo della cravatta.  
"O cambi o niente" bisbigliò Salvo facendo il verso a Giulia.
"Niente, cara Giulia, niente" e puntò dritto al Tribunale.


10 commenti:

BeeMaya's Honey ha detto...

I love Salvatore! Quasi quanto amo te quando vinci le mie cause in maniera così sfacciata...
thank you!

Farnetico ha detto...

Puoi fare di più, puoi glorificarmi in modo assoluto, puoi spendere parole più forti!

Francesca Palmas ha detto...

Stregata.
Ti aggiungo all'istante alla blogroll, non voglio perdere i tuoi post! :)

Farnetico ha detto...

Grazie, ma grazie!
Io cedo immediatamente alle lusinghe!
Abbraccioli!
Hai un blog ? corro a curiosare!
A presto!

Francesca Palmas ha detto...

:)

Bee Maya's Honey ha detto...

Hai ragione! posso!

La tua bellezza è pari a quella di poche opere d'arte, il David arrossisce d'invidia di fronte al tuo corpo
La tua brillante simpatia illuminerebbe notti d'estate senza luna
La tua voce è calda e soave come un concerto di Rachmaninov da ascoltare sotto braccio al proprio uomo
La tua arguta intelligenza è sottile come la caviglia di una bella donna, meravigliosa come i suoi piedi, sexy come i suoi polpacci
la tua anima è profonda come la differenza tra i tacchi a spillo e le zeppe...

Così va meglio?

Farnetico ha detto...

Ma stiamo scherzando? la mia intelligenza è sottile? c'ho la sottiletta nella capa?... non c'è pathos, non c'è emozione, trasporto, tepore...poi scusa nessun riferimento alla professione? ma come è possibile?.. non ci siamo proprio!

Bee Maya's Honey ha detto...

Di riferimenti ce ne sono tantissimi... mancava giusto il tepore! ahahahahah!

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

E ci credo che non sei più andato avanti: questi non sono semplici post ma l'inizio di un romanzo, di una
storia di largo respiro. Un grande impegno che dovrai assolvere prima o poi. Mi dispiace ma ti tocca proprio continuare.

Farnetico ha detto...

GRAAAAAAAAAAAAAAAZIE !!! Ma quanti bonifici che devo farti..quanti...
Dovrò scrivere per tutta la vita su tua commissione.

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