mercoledì 15 agosto 2012

14 Agosto.


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Ho sfinito anche l'ultima notte, 
la più lunga, la mia.
Un anno si è chiuso
d'improvviso e senza incanto.
Sull'album nemmeno una foto 
né date apposte con cura,
ho sfogliato pagine bianche,
giurerei di averle riempite.

Dal mio disordine, stasera, 
è saltato fuori il profumo d'erba 
per le piogge di  Saint-Etienne,
la canicola delle vie di Granada,
e il cielo livido di Dublino.

Ci sono parole rimaste a terra,
non hanno volato l'istante, 
pronte da sempre,
disperano il futuro.
Ne avverto l'inutilità
e il vecchio palpito.


Le stelle non smettono d'ascoltare,
attonite per i sentimenti tornati indietro,
nonostante l'incompiuta giacenza. 
Le ho stupite, non credono a loro stesse:
il conto degli amori promessi,
la spesa per le ragioni violate,
le vittorie di fioretto 
e la spada non risparmiata.
Coriandoli di un anno.

Ho conservato le ore ammaliate
al gelo delle colline di Fourvière
quando l'emozione levigava il viso 
e la sua mano nella mia, 
adagio, poi forte, fortissimo.
Il panorama mozzava il fiato, 
ma solo se guardavo il suo profilo.
Non riuscivo a baciarla, 
a fermare il momento, 
non vedevo la fine, 
era poco più in là, 
oltre la gioia inconcepita.

Ho cullato l'innocenza, 
la tenerezza di cuore,
i suoi occhi mi abbracciavano,
spaventati del mondo,
mentre io, paterno,
la salvavo dalle lacrime
con le mie promesse.

Ho addosso l'odore della paura,
mi ha sfidato apertamente, 
ha ferito l'infanzia più dolce.
Non mi hai visto, mamma,
per qualche ora,
ma era la prima volta,
non ero abituato,
eri inerme, 
e il nostro sangue si versava,
come lenti afflati.
Pregavo più forte, impotente.

Si sono indurite le foglie d'ottobre
come un romantico autunno,
ebbro di fondue savoyarde
e progetti allettanti. 
Non avrei superato, 
abbiate compassione, 
l'inverno più rigido
e le nevi sacre di S. Giovanni.

Le rose non amano le bufere, 
ho imparato.

Ho corso più forte, senza casco, 
il vento non mi sfiorava.
Sento ancora le luci sul Liffey 
e gli orizzonti d'Africa,
non finiscono ancora.

Ho strappato morsi a impavide passioni
sciolte di verità, nutrite di sensi , 
anelate da cuori ciechi di vita.

Ho vinto ciliege rosse, attraenti e succose,
ma era necessario perdere la terra, questa.
Fu appena qualche giorno di gloria
o giusto il tempo in cui ho creduto 
in un desiderio che vive in me.

Ho accostato la mano al fuoco, 
senza mai tirarla indietro,
sempre più, fino a bruciare e cadere.
I risvegli fumavano neri, 
ho affondato le stesse mani nella cenere
a cercare i tocchi di legno 
marchiati e svaniti.

Ho scoperto persone più forti,
attendono per ogni mio ritardo,
sopportano gli strappi dolorosi,
tengono stretto il mio colletto.
Da una vita.
Senza stupido orgoglio, il mio.

Ho smarrito amori, 
mentre mi investivano talenti
di longilinea sensibilità
e di graziosa ironia.
Ne ho intravisto i sogni 
appena pronunciati,
avvolti nel cotone,
il più delicato, 
perché non si scalfissero
di fervori urlati.

Ho percorso strade ignote 
e divorato città lontane
innamorato del grigio 
dei giorni dimenticati.
Ho percosso le mie decisioni
fino all'amata solitudine
e ho sferzato coloro che stimo
per scelte ingiuste
e inerzie criminali.

Ho provato e abbandonato
con il mare nel cuore, 
scapigliato e controvento,
sempre.
Ma quest'anno la storia cambierà,
lo giuro.

8 commenti:

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

Il compleanno era il tuo, ma il regalo l'hai fatto tu a noi.

Farnetico ha detto...

Mia cara Jane, grazie per le tue parole, ma se vi preme parecchio, potete farmi il regalo pure voi :D
Visibilmente emozionato accetterei con annesso discorso sobrio..

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

@Farnetico: il giorno in cui voi farete un discorso sobrio io sarò tornata al mio peso forma

Farnetico ha detto...

Quel giorno è arrivato da tempo, la forma dei miei discorsi non può essere sobria, ha il peso di quello che mi passa per la vita. Spero che la Vs linea non segua un modello precostituito di forma privo di umanità, bensì compiaccia i sensi più vivi e profondi di cui, ogni giorno, colmate persone rapporti, obiettivi, interessi e bellezza.

Anonimo ha detto...

L'intensità di ogni parola che riempie chi ti legge. Col tuo cuore, coi tuoi occhi, nei passi fatti e in quelli trattenuti. Sensazioni,emozioni espresse in modo...senza parole. Complimenti. In ritardo tanti auguri! Che' quest'anno sia l'ANNO! Chiara

Farnetico ha detto...

Chiara! Come stai? Grazie sempre per le tue parole.. e per gli auguri!
Finché io ci sono sarà l'anno anche quest'anno.. anche perché mi rendo conto d'avere il dono della sublimazione/esagerazione delle cose, come qualcuno mi dice, pertanto, potrei anche vivere un anno "normale" ma nella mia capa diventerebbe ugualmente un anno spaziale.. (spero non sia cosi). Abbraccioli cara.

Anonimo ha detto...

Una capa acuta ed affilata capace di spaziare a livelli altri ed alti che a tutti non e' dato poter.rimango qui attingendo a pensieri affini che dolcezza rendono anche a realtà che non. C.

Farnetico ha detto...

Grazie Chiara, ma è un dono rimanere (qui o li) con i piedi per terra.. e magari addolcire la realtà in qualche modo.. come fai tu.
A presto

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