lunedì 29 ottobre 2012

La mia risposta







C'era una finestra a cui innamorarmi,
non tratteggiavo viali né sensi vietati
per cercare intersezioni di cuore,
nella disperata fortuna di lei.
La pioggia, toh, serrò i battenti
perché non scovassi altro 
sulle onde d'orate di frumento
e nei riflessi vermigli di terra.

Un palmo d'ostro, ora, dirada il nubasco,
e la tempesta allevia in pozzanghere, 
da qui riluce un cenno di libertà,
mi sbalza in un uomo imprevisto,
e mai concede proficui rancori.
Non mento alle tenerezze di cuore, 
mi muovevano di sensi,
ma non formicolano più,
galleggiano sui ricordi di pioggia,
imbevute di violette e peonie.
Posso giocare sulle ferite adesso,
languono lucide senza dolere, 
incise di me, infette di te
come una donna appena, 
soffusa nell'anima.

Ho composto pensieri nuovi,
li arrangio per i miei archetti, 
e quando è notte di filarmonica
li eseguo compiaciuto
nell'anfiteatro di nuvole
che nessuno vuol ammirare.


4 commenti:

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

Mi rendo conto che la mia opinione lascia il tempo che trova, ma la canzone è stupenda.

Farnetico ha detto...

Se la tua opinione è questa, lasci molto più del tempo che trova. Grazie.

Anonimo ha detto...

Just wanted to say you have a great site and thanks for posting!…

Farnetico ha detto...

Thank you, but.. can you understand?

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