venerdì 29 luglio 2011

XII




Seguitavo per lo novo sentiero periglioso di sassi,
appressando lo passo sanza guida né scintilla.
Teneami quel pensier sì assorto in mesto rimembrar
d'innamorati errori e d'illuso sentir di stelle.

Levai la mira innanzi e scorsi duo lumi nell'oblio
si che, contra mia scienza, fui colto da impeti
noti al giovane uomo, non più in me.

La voglia di cotanta beatitudine trafisse
ogne difesa da spasmi e passione.
e Coraggio spinse la bocca, sicuro di mio cuore:
"O creatura d'oltralpe, fonte di mio librar, 
onesta a lo sguardo, fresca di gentil movenze, 
concedimi: qual forza resister puote 
a lo graziar de la tua essenza, a me sì ignota,
ma de' quai intrisi dardi, Eros non risparmia 
le membra mie?"
Il linear femminino rispondea di voluttà cantato
e com 'l tonar de lo mar s'ode incessante
ne l'accogliente caverna spoglia d'acque dipartite,
cosi riverberava 'l vermiglio sonar di nova fiamma
in petto mio, ancor freddo di suo astro.

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