domenica 2 settembre 2012

Imprese settembrine





I primi di settembre assumevano puntualmente, nella mia infanzia (probabilmente un po' per tutti), le sembianze della malinconia, l'odore di terra bagnata, il profumo di carta, gli entusiasmi da diario nuovo ed essenze di petrolio. 
Erano giorni biblicamente "ultimi"... ma anche consapevoli momenti di autogestione prima dell'inizio della scuola. 
Si consumavano lunghe e rilassate merende; si susseguivano pomeriggi giocati al caldo di generosi scampoli d'estate; scivolavano corse su spiagge semideserte tra ombrelloni tristi e vacanze finite; erano giorni senza nome.
Adesso non ho più matite colorate per assolare i pensieri uggiosi, nonostante carta e legno mi accompagnino ancora nel mio viaggio; i giorni di questa vita non sono più obbligati, ma di schiacciante responsabilità, di libertà comprata a buon prezzo e di ordinato scorrere.

Ogni tanto, tuttavia, tornano alla mente vecchi primi settembrini.
Era un senso di grigio per via di quei temporali di fine estate quando la rena s'intiepidiva molle e spianata, tra onde lunghe e distese. 
Con Danilo e Francesco, come guerrieri valorosi, facevamo la conta delle ferite riportate per i funambolici tuffi sul bagnasciuga nel tentativo di correre più veloce del mare. 
Si faceva, ricordo, ad ogni istante, più grosso, con un inconfondibile sapore d'autunno. Non smettevamo di sfidarlo e di volare.
Toccavamo l'apice della felicità con l'azzurro negli occhi e l'appagante disobbedienza alle migliori raccomandazioni. 
La sera non si lesinavano rimproveri, febbre ed escoriazioni, ma era il tempo nostro. 
Un tempo vivo, senza forma né istruzioni.   


5 commenti:

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

Per noi bambini delle grandi città del nord, l'estate finiva con l'addio all'ombrellone.

Una volta tornati a casa, ci si risvegliava da un lungo torpore, si festeggiava il ritorno degli amici, e si riallacciavano i fili spezzati a giugno.

Ora è cambiato tutto: le estati sono brevissime, le città non riposano più, e gli ombrelloni costano uno sproposito.

Ma ad ogni adulto, che sia cresciuto al mare o meno, mancherà per sempre il rito della scelta del diario.

Farnetico ha detto...

Ti va se invertiamo di posizione il tuo commento e il mio post?

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

No, sarebbe un peccato.

miel ha detto...

Qualche giorno fa leggevo un articolo di Mario Giordano, descriveva questa estate come l'estate dei "senza": un Italia senza soldi, senza sogni, senza campioni. Una pellegrini senza medaglie e un Valentino Rossi senza vittorie. Per me è stata l'estate del "poco":poco mare, poco tempo, pochi sbagli, poche cose fatte bene. Auguro a te un autunno, e poi un inverno, del "troppo": troppo brillante, pieno, straripante, esagerato, bruciante...come sei tu. Ti auguro, con il primo giorno d'autunno, do vincere tutto...tranne la nostra scommessa!

Farnetico ha detto...

Grazie Miel de 'lbarattolo ne la Credenza. Mi sto attrezzando per il troppo, o meglio per dare sfogo a quel che mi è rimasto incastrato dentro. Io mi sarei contento anche di quel "poco" di cui dicevi perché sinceramente il "senza" per me è veramente troppo!
La tua sconfitta si avvicina lenta e inesorabile, comprendo la tua paura, ma non temere. La tua penitenza non sarà eccessiva... NOOOOOOOOOOOOO.

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