domenica 18 settembre 2011

in fondo alla viuzza








D'improvviso la mia attenzione fu catturata da quella costruzione in fondo alla traversina del viale principale; una stradina stretta che avrei superato in 2 o 3 passi, ma...ma quella casina di azzurro e di rosso stava li spaparanzata, un po' nascosta e un po' vanitosa, si dava arie da pittoresco.
Lei nun se ne fregava propr' nient del colore degli altri edifici, dell'armonia del pregevole borgo: "io sto qui, sono diversa, ma non per questo inferiore alle altre!" pareva dicesse e si compiaceva come una paperella della sua unicità.

Dopo qualche minuto mi avvicinai e notai delle crepe, dei graffi, una spaccatura per ciascuno di coloro che la conobbero, che ne videro meraviglia e decadenza.
Mi fermai un bel po'ad immaginare la ragione di quei colori, i motivi di quegli sfregi e dell'inspiegabile abbandono.
Una piccola signora nel rincasare li accanto, notando la mia curiosità, mi raccontò le vicende delle persone che abitarono questa casa: oggi nessuno vive in quei colori, ma spesso qualcuno si sofferma  e fa qualche domanda, nulla di più.
La mia simpatica vecchia amica mi disse che i coniugi che la abitarono scelsero 2 colori, ognuno per sé, ciascuno per il proprio, fino alla fine.



Prima di andare guardai a quel binomio ancora una volta.
Mi domando ancora se si trova lì la mia "stanza azzurra"

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