domenica 3 aprile 2011

"Ho dato le mie dimissioni, ma le ho rifiutate"


                                                                

Quando avevo 20 anni, ogni persona attorno a me era di vitale importanza cosi come erano fondamentali i pensieri e le tensioni, da cavalcare fino al tramonto.
Non volevo perdere niente né cedere qualcosa. Tutto era bianco o nero.
Un giorno, all’improvviso, mi hanno obbligato a crescere, a mettere da parte il mio spirito guerriero.
Non c’era nulla da fare, ero spalle al muro e, pertanto, spento l’interruttore, chiusi i rubinetti, serrata la porta, abbandonai la mia stanza Azzurra.
Eh, si, la mia stanza Azzurra.
La stanza Azzurra non aveva pareti attendibili , era una zattera in mare, era Maratona, era la Pampas, era il San Paolo, era la Procura della Repubblica di Palermo, era il castello della mia bella.
Sole o acquazzone, rischiarava, era senza fine, luminosa.
Dalla stanza Azzurra dialogavo quotidianamente con il mio dirimpettaio intenso e presente.
Nei lancinanti notturni, tra amori e domande, mi scrutava talvolta rugoso, altre rigoglioso, come le mie stagioni.

Un pomeriggio tiepido di primavera, feci appena in tempo a imprimere la stanza nei mie occhi che ebbi a scendere le scale, con lentezza; al settimo gradino mi fermai, diedi, con un velo di malinconia, un’ultima scorsa a quella soglia: non potevo più vivere lì in alto.
Prima di chiudere la porta feci un cenno col capo al mio affezionato fratello, tra di noi – di certo - non sarebbe cambiato nulla. Da sempre li di fronte a testa alta a farmi da specchio e da monito.
Dentro l'anima, pieno e amabile pur nell’amarezza, forte e delicato anche nel disappunto, parte integrante e irrinunciabile di me.
Dopo aver lasciato la stanza, tuttavia, gli incontri si fecero forzati, stanchi; solevo tornare da lui per illudermi che il nostro rapporto non avrebbe subito condizionamenti a causa della mia scelta, ma non era più lo stesso.
Poco dopo morì.
Mi manca. Sempre. Con me.
Ho lasciato la stanza Azzurra.
Al di là della stanza Azzurra c’era l’oceano.

[Rooms by the sea - Edward Hopper 1950]
Non mi strabiliarono le sue acque, né le sue profondità, piuttosto la mia abilità, come vi fossi immerso da sempre: veloce, rapido, potente, perfettamente orientato, predatore formidabile, navigatore eccellente, dominatore senza scrupoli.
Fuori dalla mia stanza, uno squalo.
Qui ci sono tanti stimoli e parecchie altre cose che neanche immaginavo. Qui è molto allegro e si sta bene: mi ci è voluto un po’ per abituarmi, ma alla fine ce l’ho fatta.
All’inizio mi sembrava tutto surreale; persone tante, tantissime, diverse, tutte nella mia vita, legate a me in modo molto differente.
Mi sbalordivo di me perché, tra queste, c’erano persone a cui – quando vivevo lì all’ultimo piano – non mi sarei avvicinato per nessun motivo.
Il fatto è che i principi e i valori, non miei, ma quelli in cui credo, non me lo avrebbero permesso.
Nella mia stanza Azzurra, per l’appunto, avvertivo forte la presenza di una semplice giustezza di condotta che diveniva insuperabile proprio quando se ne profilava la violazione o la sola minaccia.
Eppure, macinando e rimacinando, posso dire che, delle “profondità” oceaniche, mi spiazzava l’assenza di proporzione tra grado del rapporto e comportamenti dei soggetti parte: prendere un caffè, visitare un museo, viaggiare, schioccare un bacio, confrontare idee. Tutte azioni intercambiabili e astrattamente praticabili con chiunque.
Per me non era semplice: non riuscivo.
Mi impegnai molto su me stesso: prima di tutto, divieto assoluto di giudicare e, dunque, di condannare chiunque per le scelte personali, qualunque queste fossero.
In secondo luogo ho costretto me stesso ad imparare la semplicità.
Dovevo, insomma, sporcarmi le mani, vivere da uomo tra gli uomini e, lasciare li sui bei discorsi, i valori e i principi.


Parlo da vincente e non è questa la vita che sognavo.
Ho trovato due fiumi nella stessa città, ma nessuna magnolia, ho guardato Gesù negli occhi, arrabbiato; ho sentito un raggio di luce in mansarda, un istante.
Non è il mio posto, non è la mia stanza. Per quanto io sappia bene come muovermi, non capisco l’altrui agire e le mutanti ragioni al mutare di obiettivi sempre mutevoli.
Ho visto paesi (…) e opere del cuore non meno commoventi di quelle dell’intelletto, ho sentito vibrare  pensieri e paure il cui fervore mi innamora tutt’oggi, ho visto i miei abbracci percossi allo sfinimento.
Ho un mio angoletto in cui conservo gelosamente i ricordi nonostante manchino nomi al mio appello. Qualunque sia il motivo, non sono interessato alle ragioni. Io li trattengo stretti.
Mi perdo, mi perderò e non so come ringraziare per quello che mi hanno donato.
Il brillio di speranti parole al tramonto, la passione di una carbonara nel piovasco silano, un fazzoletto per lucidare l’istantanea senza graffiarla; tutto questo ha fatto da contraltare a fondamenta troppo fragili per le mie rose. Al sangue che, goccia per goccia, inesorabile, mi ha abbandonato. Alle mie parole traditrici.

Oggi, mi guardo indietro e vedo l’assurdità.
Ecco gli occhi perforanti, come ago e filo, insignificanti. Una volta monumentali.
La stanza Azzurra è chiusa, forse mio figlio vi accederà o forse avrà la sua, ma non io.
A volte mi soffermo davanti alla scala, salgo due gradini di impeto per tutte quelle volte che correvo in alto alla stanza Azzurra, furente, senza fine, verso me.
Ora, tutto ciò che mi rimane è una foto in bianco e nero.

Ho sognato ancora dei miei sogni, che già erano andati via.
Qui fuori si muove uno squalo.
Dentro la mia stanza io sono.

23 commenti:

ale ha detto...

[e chi l'avrebbe mai detto che conosci hopper... ]

http://it.wikipedia.org/wiki/Zuppa_di_pinne_di_squalo

...dicono che sia buonissima.

Farnetico ha detto...

capisco che per te sia un traguardo, una cosa straordinaria..per me solo normale amministrazione..
c'è anche un'altra bbbella Zuppa che puoi assaporare..

ale ha detto...

No,no, io sono una sua ammiratrice. Tu lo conosci da ieri? Ho visto una sua splendida mostra qui a palazzo reale, io.

Una Zuppa di cosa???

Farnetico ha detto...

Hai avuto una storia con lui? so che hai posato per una sua opera, Summer Interior.
Dai quella Zuppa di cui sei tanto golosa!

ale ha detto...

No, il nudo non fa per me.
E nemmeno le zuppe. Assaggerei giusto quella di pinne di squalo, sarebbe anche l'ora.

Farnetico ha detto...

va beh, ma te le tiri allora...
dai, attiva il pulsantino con su scritto "istinto di autoconservazione"!

ale ha detto...

conto sul tuo buonsenso!
sono fiduciosa, visto che già con summer interior hai dato un buon contributo.

Farnetico ha detto...

si,ma il mio pubblico è stupido deve essere guidato

ale ha detto...

da chi?

Farnetico ha detto...

da me

ale ha detto...

ahahahaahahahahahahhhhh

Farnetico ha detto...

poco spirito dato che il mio pubblico sei solo tu!

ale ha detto...

verrà invaso da orde di barbari lettori e rimpiangerai il mio spirito dimesso e stimolante.

Farnetico ha detto...

verranno stanati, poveri loro.
stimoli la diuresi, ti chiamerò Rocchetta la ruttella

ale ha detto...

tu quoque che ami circondarti d'ammiratori?
stimolo molte cose, finanche la creatività. dovresti chiamarmi Musa.

Farnetico ha detto...

no, io non amo, devi avermi confuso con qualcun'altro. io ho smesso anni fa.
ah si?cosa?
Musa è troppo poco perchè sei a me usa..quindi Meusa.

ale ha detto...

madddai!!! ma se lo sappiamo cosa si nasconde dentro di te!!

uuuuuh sapessi! una volta ho stimolato pure dei cuccioli di gatto a fare la cacca, con del prezzemolo. per non parlare dell'intelletto!

Ancora non mi hai risposto... ma non eri la Guida?

Farnetico ha detto...

ti ricordo che sei sola, quindi se speri in un minimo di credibilità da chi dovesse leggere, non usare il plurale.
ammazza che classe!
sono la Guida.

ale ha detto...

Siamo in due. e tu lo sai.
Che vuoi saperne tu della classe! tzè

...illuminami allora.

Farnetico ha detto...

Ecco che è necessario un "intervento": tu sei nel tuo spazio che io ti garantisco quotidianamente, sostenendo energicamente questo blog. sei tu.
io sono nel mio regno, in videoconferenza.
Alcuni mi hanno attribuito classe, ma si saranno sbagliati.
luce!

ale ha detto...

vuoi che ti dispenso dalla fatica? potresti impiegare le tue energie per tirar fuori quel pucci pucci che in te, tosto che sprecar tempo in videoconferenza nel regno.

Sì, saranno stati accecati.

Si po' sapiri chi è a Meusa???

Farnetico ha detto...

il meuso è l'incrocio tra il mammoriano e il monfiano. il pucci pucci lo hai visto solo tu che non mi conosci, per questo sei ancora viva.
I toast sono buoni, mi piacciono.
io sono il regno.

ale ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=ocVDGb1hDZ4 e ti prego di osservare la coreografia.

si nasconde bene in effetti.

io non sono usa a nessuno. io scodinzo liberamente.

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