domenica 23 ottobre 2011

Le tue parole



...e poi rimango lì, una mano intrisa di sabbia, gli occhi di te.



E' arrivato quel momento, proprio quello, si: quando il passato è grande, misterioso, almeno quanto il futuro e non sai da che parte sognare, come raccontarti la storia di quei giorni. 
Mezzo accovacciato sulla riva meno battuta, rileggo il mio libro 
e l'epilogo non porta la mia firma. 

Le ore, le nubi, le onde. 
Mi muovo tra di voi  a palpebre socchiuse per quel tempo in cui i passi spontanei prendevano il loro sentiero, persuasi di potersi misurare con i tuoi moti e i miei finali a sorpresa.
Sono qui dove sai, tra questi robusti istanti, al riparo dalle mie fortezze. 
Non oso ragionar di quel che è stato, di quel che ho fatto o di altrui colpe, sono solo momenti senza anima. Ripercorro movimenti di pensiero e di dolcezza, tenue, perché non mi vedano: sono adorabili in essere, sciolti dalle catene del futuro.
Nella solitudine può esservi verità e per me è tra queste pietre, quel mare amico, l'immaginata luna e me.
Verso sorrisi e mi stringe il petto, mi preme delle parole tue, ancora intatte, conservate, con amore. 
Non temere, nessuno le avrà, sono qui ad aspettarti, ma solo qui io posso.
La parola può chiedere comprensione, l'orgoglio esige riverenza e io mi fregio dell'orgoglio delle tue parole che impugno fieramente. 
Non temere, dunque, sono per te, di te.
Le ho accudite al mio meglio, con amore.
E d'improvviso son le tue parole per me.



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