domenica 22 maggio 2011

E' la mia parte migliore



La mia carta, suadente di armonici crepitii, mi invita elegante. Non posso sottrarmi.
Mi perdo nel fruscìo sensuale del tratto rosso, mi scalda accanto ad un bicchiere di vino; ne ammiro la porpora in controluce. 
Affascinante.
Tinge forte il suo sapore sul palato fino a soggiogarmi, fioco. 
Un'attesa leggerezza cui non oso oppormi,
Mi volto ai lumi opachi della notte,
spietati, grondano di fantasmi.

E ora che ti metto su quel treno, mi guardi e sorridi, ingiusta. 
Hai capito tutto fino a commuoverti maternamente per il mio indugio fatto di inezie.
Ancora una parola prima del fischio. 
Ecco, si chiudono, meccaniche, le porte che non conoscevo.
Non piangi, eppure mi toccava sempre. 
Mi rassicuri mentre tremano le gambe fino a sentirne il cedimento, mentre bussano impertinenti le lacrime tue agli occhi, ai miei.
Lenti sono i binari degli addii.
Innanzi a me, vacilla fragile questa bugìa, è al crepuscolo; mi rincuora splendente come il tramonto sui navigli tra botteghe variopinte, rivoli nascosti e chiostri mai lasciati.
La stazione dorme, non ci sono treni in arrivo nè in partenza, la strada ferrata tace.
Qualcosa, un po' di me, è lì con te, chissà dove, non so.
E' la mia parte migliore, ne sono certo e so che è in buone mani.
E' la mia parte migliore.

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