lunedì 9 maggio 2011

Isabella



È il gioco di foglie intrecciate al sole, mi brilla.
Il ceruleo si dipana ad orizzonte mentre
mi diletto a indovinare il virar lento di rondini.

Sento morbida la terra, profuma di quercia robusta,
morde il cielo sensuale con i frutti più rosei,
si apre amorevole all'acqua, ad accoglierla.

Lattea la pietra in suo grembo,
prevale forte sul fresco d'erba piena,
è lucida, come la fine.
M'incoraggia il tuo guardo assolato,
umido e terso come ricordi bruciati.
I tuoi occhi, bramo ancora,
consumano i lumi della veglia,
quella in penombra, l'ultima.

È stato il mio senso, la mia follia,
la mia razionale disfunzione.

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