domenica 26 giugno 2011

Nei suoi occhi muti

(Loreena McKennitt- The Highwayman)








Ti sorprendi a visitare questa casa come i ricordi degli anni di gioventù con distacco appagato di mete lontane, di grandezza ignota a questa terra.
L’odore ti è più familiare, ma non ti appartiene: da questa camera s’ergeva il tuo fiero incedere verso vane glorie: corazza necessaria a sopravvivere agli affondi certi quanto tremendi del tuo antagonista di sempre.
La casa, tua e di lui, ti accolse forestiero e fu prigione di frustrazione.
Ti osservo, stranito, compiere gesti domestici a memoria, ma senza cuore per la tua vecchia rabbia.


Ora lui è solo anche quando ci sei, non puoi stargli vicino, non puoi sfidarlo per le sue assenti parole. 
Non trovi più l'irriducibile nemico e non comprendi. 
Forte abbastanza per la tua famiglia, devi proteggerla, e portarle ossigeno. Non indugiare, nessuno capirebbe.
Ti vedo serio, poi sorridente, ilare, ma non mi guardi negli occhi, non a me.
Tra poche ore potrai mettere le tue bimbe in salvo. 
Lei è sicura: sei nato qui, ma non profumi di fiori d’arancio. 
Presto sarai in aereo per la vita, quella tua, quella che ti sei costruito con sacrificio e qualità.
Al decollo stringi la mano al tuo ginocchio per toccare chi sei; "take off imminent", trattieni il respiro in attesa dello stacco, come a recidere ancora il cordone ombelicale.


La distesa d’azzurro si amplifica ai tuoi occhi turisti fin su alle lave deliranti per giungere alla maestosità di un uomo che non si abbandona: sceglie, con tutto se stesso, di prendere ogni giorno come il suo. 
Una meraviglia senza eguali della tua isola
Non trattieni le lacrime per la tua muta dipartita, per l’uomo che vive in te ovunque tu sia. 
Oblio e coscienza si infrangono sulla tua memoria, nella casa natale, nel tuo respiro spezzato. 
Un nodo in gola per l’amore che riaffiora inesorabile come il sangue che ti lega, come l’abbraccio che non hai dato, l'ultimo.


Il viaggio stride per il suo atterraggio distante e sofferto. Guardi alle nuove mura e ai tuoi figli con luce nuova: hai una storia e un patrimonio da trasmettere orgogliosamente. Negli sguardi ingenui e vispi di gioco rivedi l'infanzia che ti accudì, che ti sbalzò uomo, ora la senti liberamente, in pace.
E’questo il panorama, fuori da lui, un mondo migliore, una vita sognata. 
Ti guardi attorno e ti si riempiono gli occhi per il suo dono: lui, silente, con un gesto, preciso e arrogante, quasi magico, senza esigere ringraziamenti. 
Un quotidiano desiderato e amabile per ogni momento che muovi. 
Realizzi che tutto si trova proprio davanti a te, ma non lui, cosi lontano, cosi solo, cosi sofferente, cosi inaspettatamente dentro di te.
                                                                      

                                                                                        Al mio gemello

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Diglielo,
leggigliela,
parla con lui...
spronalo...
nonostante gli scontri passati ed i dolori che ho potuto leggere nei suoi occhi.
Ride, scherza, le sue battute...meglio non commentarle...
ma il suo sguardo era spento e distante; distante anche da quel futuro imminente.
Dietro quella corazza che ha eretto, per le sofferenze d'infanzia e d'adulto, c'è un uomo triste..c'è un uomo buono...l'uomo che io ho conosciuto e a cui va il mio affetto nonostante tutto.
Lui non è solo.
Ma occorre che il suo gemello glielo faccia capire,
da amico a amico,
da fratello a fratello,
da sangue a sangue...

Anonimo ha detto...

Mi hai commosso!
Non è difficile...
ma non è neanche così facile

Farnetico ha detto...

Grazie A. sei molto gentile, faccio il possibile, spero che gli sia utile.
Grazie.

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